mandala notturni






















ho conservato l'ultima fetta di pane per la discesa dell'ultimo giorno..
mentre seguivamo a ritroso il sentiero, ne sbriciolavo via via la mollica, poi la crosta
quindi, arrivati alla valbona, era già finita




.... i ricordi si assaporano a piccole dosi...
oggetti da ascoltare



... uno o otto ... uno-tutti-nessuno ..... 1-8-0 >infinito
devo ancora far prendere aria al sacco a pelo.

8 è UNO, 1+1+1+1+1+1+1+1
Pensiero è 8, Odore è 8, Gusto è 8, Visione è 8, Suono è 8, Tatto è 8, Fatica è 8, Purezza è 8

reperti.

i reperti sono stati nascosti. altrove un giorno di novembre

spazio



tempo



183giorni prima
183 giorno dopo

Il termine “tempo” deriva dal greco “tèmenos” e dal latino “temperare”, entrambi i termini significano l'atto con cui qualcosa è diviso secondo ordine e misura.


I Babilonesi furono i primo a dividere il giorno in dodici parti, anche per la facilita di dividere questo numero per 2,3,4,6,12 senza dare risultati frazionari.
I Greci in particolare, oltre a gettare le basi della gnomonica, introdussero il grado come unità di misura degli angoli e non mancarono di stupire con elaborazioni di teorie eliocentriche ad opera di Ipparco. Formularono inoltre definizioni filosofiche sul tempo inteso come “Immagine mobile dell'eternità” “Misura del movimento secondo il prima e il dopo” (Aristotele).

Per tornare alla suddivisione storica del tempo, è bello ricordare come i Romani operavano questa scansione in intervalli come: “gallicinium” (canto del gallo)- “canticinium” (termine del canto del gallo) – “diluculum” (sorgere dell'alba) – “matutinum” – “meri dies” (mezzogiorno)“concubium” (tempo di andare a letto, da “cumcubare” giacere insieme) – “intempesta nox” (notte profonda).

Il retaggio storico di divisione del tempo e conoscenza astronomica fu raccolto nel Medioevo. E' in questo periodo che nuovi trattati di gnomonica serviranno da guida agli gnomonisti di quel tempo.
Durante questo periodo si diffuse un tipo semplificato di divisione oraria che variava da quattro a otto parti e servivano essenzialmente ai monaci come riferimento per le funzioni religiose.

In questa epoca si usavano contare le ore con il metodo ecclesiastico dividendo la giornata in otto momenti chiamati ore canoniche:
Mattutino(circa tre ore prima del crepuscolo), laudi (inizio del crepuscolo), ora prima (alba), ora terza (metà mattino), ora sesta (da cui “fare siesta” mezzogiorno), ora nona (metà pomeriggio), vespro (tramonto), compieta (fine crepuscolo).


8


Otto è il numero naturale dopo il 7 e prima del 9.

Proprietà matematiche:

* È un numero composto, coi seguenti divisori: 1, 2 e 4. Poiché la somma dei divisori è 7 < 8, è un numero difettivo.
* È il cubo di 2.
* È il sesto numero della successione di Fibonacci, dopo il 5 e prima del 13.
* È un numero ottagonale.
* È un numero di Friedman in numeri romani, VIII = (V - I) * II
* Un numero è divisibile per 8 se e solo se il numero formato dalle sue ultime tre cifre lo è
* Qualunque numero dispari diverso da 1 elevato al quadrato cui successivamente è sottratto 1 è divisibile per 8 (esempio: 7^2=49 49-1 =48 divisibile per 8)


Il numero otto è fra i simboli più antichi: questo è il numero della rosa dei venti, ma anche della Torre dei Venti ateniese e, ancora, dei petali del loto e perciò, nella terminologia buddista, dei sentieri della Via.

L'otto è universalmente considerato il numero dell'equilibrio cosmico: la forma ottagonale è quella di templi buddisti imperniati su colui che fa girare la ruota del centro stesso dell'universo. In Giappone il numero otto è considerato sacro dai tempi più remoti: esso rappresenta la quantità innumerevole, immensa ma non indefinibile. Con il numero otto si indicava il Giappone stesso, poiché costituito da una innumerevole quantità di isole. Nella simbologia cristiana l'ottavo giorno rappresenta la trasfigurazione e il Nuovo Testamento. Seguendo i sei giorni della creazione ed il sabato, annuncia l'eternità, la resurrezione di Cristo e quella dell'uomo.

Le otto forze della natura sono risultato dell'interazione cosmica di Yin e Yang. Insieme esse formano gli otto trigrammi del bagua (o pakua) e combinate danno origine ai sessantaquattro esagrammi dell'I Ching.
Otto è il numero degli immortali della mitologia cinese.

Nelle antiche religioni pagane l'otto è il simbolo dell'Infinito.